09 febbraio 2006

Alcune idee per il Turismo a San Felice

Per cominciare vorrei fare mia una breve ricerca redatta da un amico per l'Associazione La Fonte.
Con queste poche righe si può aver una idea di che cosa sia il Turismo a San Felice oggi.

Sebbene il comune di San Felice sia ritenuto un comune agricolo e sebbene alcune delle produzioni alimentari di questo territorio siano di notevole rilevanza, nazionale ed internazionale, sul piano qualitativo (si pensi alla produzione di olio di oliva per esempio), la principale industria del nostro comune, sia in termini di fatturato che di addetti, è senza dubbio quella del turismo.
Il turismo è per lo più stagionale, concentrato nei mesi estivi. Una buona parte delle presenze e dei flussi economici si può ragionevolmente inoltre ritenere vengano anche dal turismo delle seconde case, che sfugge ogni statistica formale e si distribuisce lungo l’arco dell’intero anno. L’analisi che è stata condotta viene riportata in questa relazione è relativa ai flussi turistici ed alle capacità insediative nel nostro comune legati a strutture alberghiere ed extra-alberghiere, che rappresentano circa il 60-70% del totale delle presenze e delle capacità ricettive effettive.
La fonte dei dati di questa analisi sono Istat, Centro Studi del Touring Club Italiano, Annuario Statistico Regionale e World Tourism Barometer (giugno 2005). Il mercato mondiale del turismo è principalmente concentrato in Europa e l’Italia è passata nel 2004 dal quarto al quinto posto negli arrivi internazionali, superata dalla Spagna , e preceduta anche da Cina, Stati Uniti, e Francia. Fra i primi dieci paesi per arrivi internazionali l’unica nazione che ha visto un calo delle quote fra il 2003 ed il 2004 è stata l’Italia con una perdita di circa il 6.4%. La quota maggiore delle presenze turistiche in Italia è concentrata nelle regioni del Nord (52%) e fra le provincie Brescia è all’undicesimo posto con una quota del 2.1% sul totale. Le provincie che condividono con Brescia il territorio gardesano, Trento e Verona, sono rispettivamente al quinto e settimo posto per presenze turistiche. La situazione di Brescia è dunque di tenuta rispetto all’andamento generale del siste sistema Italia e le quote di presenze registrate risultano, nel panorama nazionali, rilevanti e significative. Analizzando la serie storica delle presenze in Lombardia e in provincia di Brescia si osserva che la quota totale dal 1991 al 2004 è in crescita anche se nelle ultime stagioni si ha un lieve calo, legato soprattutto alla diminuzione delle presenze di turisti italiani e tedeschi per motivi legati alla situazione economica dei due paesi. La provincia di Brescia totalizza oltre 7'300'000 presenze, quota superiore al 27% delle presenze totali in Lombardia, seconda solo alla provincia di Milano. Analizzando invece la quota di presenze straniere Brescia rappresenta circa il 33% delle presenze lombarde, confermandosi come meta gradita alla clientela straniera, composta principalmente da tedeschi (45.3%), olandesi (12.8%) ed inglesi. Infine se si analizzano le presenze nei comuni della provincia di Brescia emerge che, nel 2003, San Felice risulta quarto comune preceduto solamente da Sirmione, Limone e Desenzano. La percentuale di presenze sul totale della Lombardia è del 6.4% del totale, suddiviso in 2.3% degli italiani ed il 9.7% degli stranieri; cioè quasi uno straniero su dieci che soggiorna in provincia di Brescia lo fa nel nostro Comune. Rapportando questi dati alla superficie del comune ed alla tipologia dell’offerta ricettiva le quote di San Felice sono notevoli, confermando che il turismo è realmente la prima industria del nostro territorio. Analizzando le presenze turistiche nei campeggi e nei villaggi turistici emerge che la maggior parte dei turisti che sceglie questa tipologia di vacanza in Lombardia lo fa nella provincia di Brescia (oltre il 70% nel 2004). Prendendo in considerazione infine le presenze nel nostro comune si osservano quote di presenze nei campeggi ancora più rilevanti. Nel 2004 si sono avute oltre 375'000 presenze totali nei campeggi dovute in quota limitata agli ospiti italiani (46'649 presenze) e in modo più cospicuo da stranieri (328'788 presenze). Se si rapportano queste quote al totale della provincia e della regione emerge che circa uno straniero su quattro che viene ospitato in un campeggio della provincia lo fa nel nostro comune, mentre uno su cinque della Lombardia lo fa a San Felice. Un ultimo dato importante su cui è bene riflettere è quello legato alla classifica dei primi quindici comuni della Regione Lombardia per presenze turistiche (anno 2003).
San Felice si pone al settimo posto, quarto in provincia di Brescia, davanti ai capoluoghi di provincia (Milano escluso) e a comuni turistici affermati e internazionalmente noti come Bormio. Se si esclude Milano (e Pieve Emanuele) meta di “turismo d’affari” (convegni, fiere, ecc.), il lago di Garda con sette comuni su quindici risulta la meta più frequentata dell’intera regione. San Felice, in relazione alla sua limitata estensione territoriale risulta fra i comuni più affollati dal punto di vista turistico. Questi numeri dimostrano in modo chiaro la forte tradizione turistica del nostro territorio e delle strutture presenti a San Felice ed infine l’importanza economica dell’industria del turismo per il nostro comune.
Riassumendo quanto esposto emerge che:
il turismo in Lombardia è in buona salute e la provincia di Brescia ha quote di presenze notevoli sia sul piano regionale che nazionale;
il nostro comune si pone come settimo comune della regione (quarto comune della provincia) per presenze turistiche con oltre 485'000 presenze nel 2003;
stringendo l’analisi alle presenze turistiche nei campeggi e villaggi turistici San Felice da solo offre ospitalità al 18% degli stranieri che soggiornano in Lombardia e l’11% del totale sebbene sia uno dei comuni più piccoli (per estensione territoriale) dell’intera regione.
Analizzando invece le strutture esistenti emerge che a San Felice sono disponibili, secondo i dati ufficiali, oltre 5300 posti letto nei campeggi, oltre 580 nelle strutture alberghiere e quasi 150 nelle altre strutture (agriturismo, centri turistici, casa di accoglienza “il Carmine” e casa albergo “Sacro Cuore”). La capacità turistico-ricettiva, durante la stagione estiva, è di oltre 6.100 unità, cioè il nostro comune triplica il numero delle persone che risiedono nel comune. Se a questi numeri aggiungiamo gli ospiti nelle seconde case di proprietà, nei mesi di massima affluenza turistica San Felice supera abbondantemente le diecimila persone presenti.
Questa situazione risulta particolarmente delicata per la gestione dei servizi quali acquedotto, fognatura, smaltimento dei rifiuti, viabilità e parcheggi in quanto l’Amministrazione Comunale è costretta a gestire servizi per oltre diecimila persone contando su poco più di tremila residenti e le risorse economiche ad essi proporzionali.
Se analizzato sotto questo aspetto risulta ovvio che l’industria del turismo è sostenibile e dunque interessante per il nostro territorio a condizione che questa porti beneficio a tutta la collettività.
Volendo infine quantificare il livello di utilizzo, sul piano temporale, delle strutture ricettive si sono analizzati tre macro indicatori:
la durata media del soggiorno ottenuta dal rapporto fra presenze ed arrivi;
l’indice di ricambio degli utenti nelle strutture ricettive (turn over) costruito come rapporto fra arrivi e posti letto;
giorni medi di utilizzo della struttura ottenuto come rapporti fra presenze e posti letto.
Per quanto riguarda le strutture all’aria aperta (campeggi) si ha una durata media dei soggiorni di 8.9 giorni, più bassa fra gli italiani (6.0 giorni) e più elevata per gli stranieri (9.8 giorni). Più ridotta è la durata media dei soggiorni per gli alberghi (4.8 giorni) senza distinzione fra clienti italiani e stranieri.
Per quanto riguarda l’utilizza della singola unità ricettiva (posto letto) emerge che per i campeggi questa è più limitata (7.6 persone all’anno) e più elevata per gli alberghi (40.1 persone/anno). Questo indicatore mostra che il singolo posto letto offerto dai campeggi viene utilizzato da circa 8 clienti l’anno mentre il singolo posto letto in albergo viene utilizzato oltre 40 volte nell’arco dell’anno.
Ultimo indicatore su cui è bene soffermarsi e riflettere e quello legato ai giorni medi di utilizzo delle strutture, indicatore fondamentale per valutare il livello di destagionalizzazione dei servizi turistici. Le strutture all’aria aperta vengono utilizzate per circa 68 giorni all’anno (cioè si può pensare che l’attività ricettiva sia operativa al massimo della capacita per 68 giorni all’anno) quindi poco più di due mesi all’anno. Al contrario le strutture alberghiere hanno come indicatore di livello di destagionalizzazione 192 giorni all’anno, cioè oltre sei mesi.
Risulta evidente che l’indotto generato dall’attività turistica legata alle strutture alberghiere ha ricaduta temporalmente diffusa su tutto l’anno, garantendo quindi anche posti di lavoro stabili, mentre le strutture ricettive all’aria aperta generano flussi economici, come è ovvio che sia, per periodi temporali molto più limitati (i mesi estivi).

Bene, credo che il quadro della situazione vi sia ora un po' più chiaro.
Un'unica nota relativa agli ultimi dati disponibili.
Nel 2004 si parla di oltre 485 mila presenze.
Ma vorrei darvi altri numeri che potranno completare il quadro.
A San Felice sono presenti 7 alberghi, 8 campeggi, 2 agriturismo e 2 altre strutture ricettive (albergo residenziale e un residence residenziale). L'insieme di queste strutture occupano tra i 175 e 180 addetti tra fissi e stagionali.
Il giro d'affari di tutte queste strutture è di circa 21 milioni di euro. Cifra indicativa e calcolata per difetto.
Ora, in modo provocatorio, propongo alcune domande che più volte mi sono sentito fare in questi anni di amministrazione.
Ma a noi di San Felice, cosa viene in tasca dal Turismo?
Cosa viene in tasca ai ristoranti, ai bar e ai negozi da questo Turismo?
Risposte difficile. Se togliamo i 180 dipendenti (che non sono poca cosa anche se sicuramente non tutti sono residenti nel nostro Comune) rimane ben poco per cui godere. Almeno questo è quello che si percepisce. Anzi, come si diceva nella ricerca proposta, forse rimangono le spese che però non sono solo quelle delle infrastrutture ma anche, ad esempio, quelle del servizio al turismo. Ricordo, come faccio sempre, che ad esempio l'ufficio turistico è interamente finanziato dall'Amministrazione Comunale. Questo servizio viene utilizzato dai nostri concittadini, dai turisti ma anche dagli operatori turistici.
Il Consigliere Paolo Rosa durante il consiglio Comunale del 30 gennaio 2006 ha fatto una proposta precisa. Rosa, che ricordo nella vita è un operatore turistico, propone di rinunciare ad “uno” spettacolo (cito a memoria “che è fine a se se stesso e per una sola sera”) e di spendere quei soldi (sempre a memoria) “per fare il marciapiede di via San Fermo o asfaltare le strade”.
Al buon Consigliere Rosa mi viene da chiedere:
se è a conoscenza di quanto spendono per il turismo paesi come Moniga o Manerba.
se sa esattamente quanti soldi sono stati dati al Servizio al Turismo di San Felice per l'anno 2005
se sa quanto costa al km asfaltare una strada o a fare un marciapiede
se ha una idea globale dei lavori stradali necessari o se ha citato via San Fermo solo perchè vicino alla sua attività e quindi è il problema che più ha sott'occhio
Esiste poi una contraddizione in questa affermazione.
Provate a pensare cosa si direbbe in Paese se non venissero fatte iniziative come quelle fatte l'anno scorso. Provate a pensare cosa succederebbe se non aprissimo l'ufficio turistico. Provate a pensare chi sarebbero i primi a scagliarsi contro questa Amministrazione se non fosse garantita una certa visibilità al nostro Comune.
Potrei fare mille esempi vissuti l'estate scorsa.
Se poi a queste considerazioni si aggiunge che proprio gli operatori turistici come Rosa dovrebbero essere i promotori ed i fruitori di queste iniziative, non si capisce quale sia la strategia turistica del consigliere.
Forse strade perfette, con marciapiedi lunghissimi e bellissimi, che attraversano un comune morto e che portano ad encalve autosufficienti con quasi mezzo milione di presenze rinchiuse dentro.
E' questo il Turismo che si vuole per San Felice?
No credo di no. Credo che nessuno di noi voglia questo, nemmeno Rosa. Credo.
Io vorrei avere il casino prodotto da qualche migliaio di persone che passeggiano per San Felice, che consumano su bei tavolini posizionati in piazze chiuse al traffico. Che fanno la spesa ai supermarket di Portese e San Felice, che cenano ai ristoranti di Cisano e che partecipano ai concerti in piazza. Credo che tutti saremmo d'accordo per avere qualche buca in più e molti turisti in più che affollano le nostre strade. Se così fosse si creerebbero gli spazi per la rinascita delle piccole bottege una volta presenti nei nostri centri.
Io sono dell'idea che le spese del servizio turismo dovrebbero essere parte a carico dell'Amministrazione e parte a carico degli operatori.
Mi chiedo, e vi chiedo, cosa ci sarebbe di male nel chiedere a tutti gli operatori turistici una compartecipazione alle spese. Mi spiego.
Chiedere 20 centesimi per ogni presenza comunicata dalla Provincia per l'anno precedente. Denaro così suddiviso:
10 centesimi per un fondo “Iniziative Turistiche” la cui definizione viene decisa congiuntamente tra Amministrazione e Operatori
10 centesimi (o più) per un fondo “ infrastrutture Turistiche” la cui definizione viene decisa congiuntamente tra Amministrazione e Operatori
In totale 20 centesimi (meno di 400 lire) per sviluppare un turismo che finalmente non gravi interamente sulle tasche degli abitanti di San Felice e che oggi godono poco o niente dei benefici portati dal Turismo.
Magari così non si vedranno lo stesso le nostre strade affollate, ma almeno alcune spese che il Comune sostiene non saranno a carico solo ai soliti noti.
Che ne dite?
E lei, Consigliere Rosa, cosa ne dice? In cambio di quei 20 centesimi, io sono pronto a chiedere alla Giunta di non destinare al Servizio al Turismo il denaro previsto per il 2006 e di dirottarlo per il marciapiede di via San Fermo e per l'asfaltatura delle strade (ma basteranno?). E lei ed i suoi colleghi siete disponibili a darli? Parliamone.

2 commenti:

David Vetturi ha detto...

Caro Simone,
leggo con piacere quello che hai riportato tratto dal documento presentato dall'associazione La Fonte.
Invito quanti non l'avessero letto per intero a scaricare e leggere il documento integrale (clicca qui ).
Di "contributo solidale", e non tassa di soggiorno, fra i cittadini di San Felice se ne parla da tempo. Facendo una semplice moltiplicazione fra le presenze 2004 e i 20 centesimi da te proposti risulta qualcosa del tipo 97 mila euro, non male! Se ne potrebbero fare di cose interessanti per il turismo e per i "turisti tutto l'anno".
Ma di questo hai già parlato tu e non voglio dilungarmi.
Lancio un altro tema di riflessione: promozione turistica.
Secondo il quadro normativo l'ente preposto alla promozione turistica è la Provincia. Ciò avviene già da tempo. Ci sono poi altre entità che dovrebbero (e qui il condizionale è d'obbligo) promuovere il turismo per conto dei nostri comuni rivieraschi. Mi riferisco alla Comunità del Garda ed alla Riviera dei Castelli.
Se aggiungiamo, come già ricordavi tu, l'ufficio turistico gestito dal comune abbiamo tre enti (oltre alla Provincia) che fanno, o dovrebbero fare, sostanzialmente la stessa cosa.
Perché tutto ciò? Quanto ci costa? Ne vale la pena? Si può fare economia di scala o così facendo si sacrificherebbero poltrone così fondamentali per la nostra comunità?

Lascio a te (e forse a chi legge) la risposta.

fasw ha detto...

Caro David,
tu tocchi un altro tema che dovrà essere affrontato nel prossimo futuro.
Però distinguerei l'ufficio turistico di San Felice dalle altre entità che hai citato.
La sua natura è infatti molto diversa. L'ufficio turistico ha più che altro lo scopo di promuovere le iniziative, gli esercizi commerciali e gli operatori turistici a quei turisti che già sono “arrivati” a San Felice.
Comunità del Garda.
Sono convinto che anche gli ultimi tentativi di rianimazione della Comunità non porteranno a nulla di veramente operativo. Non mi è chiaro, e credo onestamente non sia chiaro a nessuno, quali dovranno essere le competenze della nuova Comunità. Ne o sentite di tutti i colori, ma onestamente niente mi ha convinto a pieno. Una strada poteva essere quella della promozione turistica ma è ora impraticabile. Impraticabile perchè esistono realtà di promozione turistica, come la Riviera dei Limoni, lavorano autonomamente e abbastanza bene. Non credo che questi lascerebbero perdere il lavoro fino ad ora fatto per ripartire con la Comunità. Impraticabile anche perchè la Comunità lavora con tre provincie che difficilmente troverebbero una qualche forma di collaborazione sull'ambito turistico.
Credo, onestamente, che l'unica strada potrebbe essere quella di dar vita alla “voce del Garda”. Ovvero una Comunità che veda l'adesione di tutti i comuni rivieraschi e che diventi la voce di questi presso le istituzioni. Così facendo non ci sarà bisogno di tenere in piedi una struttura come quella di adesso. Comunque staremo a vedere l'opera di Frau. Io rimango scettico.
Riviera dei Castelli, Riviera dei Limoni, Colline Moreniche. A quanto mi è dato di sapere la Provincia ha chiesto che queste tre realtà bresciane si coordino per operare congiuntamente. Non ho capito se ci dovrà essere una fusione o una “autonomia” coordinata. Non so di più anche perchè non mi è dato di sapere. Comunque mi impegno a ricostruire la situazione e di parlarne nuovamente nel blog.
Ciao e grazie.