10 agosto 2007

26 novembre 2006

CAMBIERESTI?

CAMBIERESTI?
San Felice più Felice


Cambieresti le tue abitudini per
risparmiare sulla bolletta del gas?
ridurre i costi dell’energia elettrica?
produrre meno rifiuti?
acquistare prodotti più sani?





VENERDI' 1 DICEMBRE 2006
Ore 20.45
Sala Ex Monte di Pietà
San Felice del Benaco (BS)


In breve
Il progetto SAN FELICE PIÙ FELICE si ispira al progetto CAMBIERESTI?, analoga iniziativa proposta dal Comune di Venezia nel 2005.

Esso intende promuovere abitudini e comportamenti virtuosi nell’ambito di 5 temi principali:
- i rifiuti
- l’energia
- il risparmio idrico
- la mobilità
- il consumo

Si svolgerà nel 2007 e i partecipanti si porranno obiettivi da raggiungere scelti tra quelli elencati in copertina.

Gli strumenti per raggiungere il traguardo finale saranno molteplici:
- guide e schede informative
- incontri con tecnici di settore
- scambi di idee ed esperienze

Tutti i cittadini sono invitati a partecipare e riceveranno gratuitamente la documentazione e le guide necessarie.

SAN FELICE è il primo comune della Lombardia a lanciare un’iniziativa di questo tipo!

■ GESTIONE DEI RIFIUTI: imparare a ridurre i rifiuti, a riciclare i materiali, a riparare invece di sostituire un oggetto, a riutilizzare o scambiare i prodotti.

■ RISPARMIO ENERGETICO: conoscere metodi e tecniche per limitare i consumi di energia e favorire il diffondersi di fonti alternative.

■ RISPARMIO IDRICO: ridurre gli sprechi di acqua, adottando nuove abitudini e sfruttando qualche aiuto tecnologico.

■ MOBILITA’ SOSTENIBILE: promuovere un nuovo modo di spostarsi, anche nel tempo libero, privilegiando le due ruote o le nostre gambe!

■ CONSUMO CRITICO E RESPONSABILE: diffondere idee, iniziative e contatti che ci permettano di investire meglio il denaro speso per vivere.

04 ottobre 2006

E se ti chiedessi... Cambieresti?

Vi ricorda qualocosa il mio post
"Perchè non anche a San Felice?".
Forse no..... allora intanto rileggetevi il post...e poi preparatevi ad una grossa novità.

Buona Lettura!



P.s. il link dell'articolo è http://simonezuin.blogspot.com/2006/02/perch-non-anche-san-felice.html

12 settembre 2006

Hiperlan ... ci siamo!!!

Dal blog http://laltrasanfelice.blogspot.com/ di David Vetturi

Hiperlan ... ci siamo!!!
Ci siamo!!!! Finalmente.Sto scrivendo questo post da casa mia, da Portese.Sono connesso ad internete con connessione HIPERLAN a 4 Mbit/s. Non ci posso credere.Meglio dell'ADSL tanto attesa e mai arrivata. Sono davvero contento per me e, soprattutto, per tutti quelli che si sono dati da fare per avere la banda larga (internet veloce) anche a San Felice.
Una sola curiosità, alla fine del 2006 quanti di quelli che hanno firmato petizioni e richieste si saranno davvero abbonati a questo servizio che davvero funziona!
Boh.... staremo a vedere

27 giugno 2006

Il concerto da 5000 dobloni doro

C'era una volta...
- Un commmunista! - diranno subito i miei piccoli lettori.
No, ragazzi, avete sbagliato. C'era una volta un signore chiamato ad organizzare le Feste per un fantastico Paese.
Questo Paese, però, si trovava in ristrettezze economiche. Allora il Re che non riteneva giusto eliminare tutte le feste per i sudditi del Regno, diede all’omino un sacchetto e disse: “Vai e porta i migliori artisti che trovi, ma ricorda non puoi spendere nulla di più dei dobloni presenti in questa sacca”.
L’omino, che di nome faceva Pietro, allora si mise a cavallo e girò le terre conosciute alla ricerca dei migliori giocolieri, saltimbanchi, menestrelli e attori. Molti di quelli trovati pur essendo bravi furono scartati perché pretendevano oltre al compenso anche vitto, alloggio e belle donne.
Pietro aveva ben chiare le parole del Re: non poteva spendere niente di più dei dobloni che possedeva.
Dopo alcuni mesi di viaggio Pietro ritornò dal Re e disse: “Mio Re, ho portato nel suo regno i migliori Giocolieri, attori e menestrelli delle terre conosciute”.
Ed il Re subito: “E quanto hai speso”. “Ho speso quanto avuto, non un doblone di più” rispose Pietro. Con soddisfazione il Re ascoltò l’omino che presentava una ad una tutte le serate che da li a poco sarebbero cominciate.
Pietro non era ben visto da tutti. Alcuni lo accusavano di cose ignobili, altri per gelosia lo denigravano, altri ancora erano disposti a mentire pur di screditarlo agli occhi degli abitanti del regno. Ed infatti così accadde.
Una sera, nella contea di Esetrop, si esibirono due menestrelli. Erano tra i migliori che la contea avesse mai sentito. Ma subito i nemici di Pietro si scatenarono per denigrarlo il più possibile e misero in giro voci del tipo: “sono i peggiori menestrelli che Esetrop abbia sentito”, “non c’era nessuno ad ascoltarli. Gli abitanti di Esetrop non vogliono la musica e la confusione. Vogliono riposare.” e ancora “il venditore di Carrube non ha venduto neanche una carruba”
Una frase su tutte fu quella che fece arrabbiare Pietro: “questi due menestrelli sono costati alle casse del Regno ben 5000 dobloni d’oro”.
Nessuno sapeva ancora quanto fosse costato lo spettacolo dei due menestrelli, ma quello che conta è che in realtà era costato un quinto di quanto si diceva in giro.
Pietro non si capacitava. Perché qualcuno dovrebbe mentire in modo così plateale? E con quale fine?
Gira e rigira Pietro inizia a fare domande. Voleva capire a tutti i costi chi metteva in giro queste falsità sul suo conto. Finché, un bel giorno, un abitante di Esetrop gli svelò il nome:
“E' Elos il venditore di Sole, di Nuvole e Vento. Gira di casa in casa con il suo carretto. E ad ogni famiglia ripete la stessa cosa: Pietro sperpera tutti i nostri soldi, prepara quelle feste che non interessano a nessuno. Quei menestrelli sono costati 5000 dobloni d’oro”.

Perché costui nutriva tanto odio per Pietro con il quale non aveva nemmeno mai scambiato una parola?
A voi, miei piccoli lettori, la risposta.

Lega, tutti in stazione!

Plin Plon.
Avviso alla clientela.
Il Senatore Bossi è pregato di presentarsi al banco del Comitato per il No per ritiro biglietto di sola andata destinazione Svizzera.
Ripetiamo:
Il Senatore Bossi è pregato di presentarsi al banco del Comitato per il No per ritiro biglietto di sola andata destinazione Svizzera.

E' qui la festa?

E’ da giovedì scorso che tutte le mattine mi sveglio con uno strano ronzio nella testa.
Sembra di sentire una vocina che continua per ore a dirti la stessa cosa.
A stare attenti sembra di sentire una sola parola ripetuta all’infinito: faremenofeste, faremenofeste, faremenofeste…
Sono cose, queste, che ti possono fare andare fuori di testa.
faremenofeste, faremenofeste, faremenofeste….Faremenofeste.
Ma che cavolo può significare?
Anche ieri, la stessa cosa per ore e ore il ronzio mi ha preso la testa fino a quando…
Verso mezzogiorno, mentre l’Italia votava massicciamente per il NO alla disgregazione della Nazione, mi trovavo con il nostro Sindaco a Palazzo Loggia per la conferenza stampa di presentazione delle iniziative estive. Alla conferenza c’era anche Paolo Ivan Il'ič Vladimir Sergej Palmiro Corsini in quanto da un paio d’anni esiste un sodalizio culturale tra Comune di Brescia e Comune di San Felice del Benaco.
Quest’anno la “collaborazione” si basa sulla rappresentazione de Il Trovatore di Giuseppe Verdi. A Brescia ci saranno due date il 12 e 14 Luglio. Gli incassi saranno devoluti alla Fondazione Nikolajewka. A Cisano ci sarà un’unica data, il 16 luglio con ingresso gratuito. Durante la serata saranno raccolti fondi che saranno destinati all’Associazione Cometa A.S.M.M.E.
faremenofeste, faremenofeste, faremenofeste….
Mentre Paolo Ivan Il'ič Vladimir Sergej Palmiro Corsini parlava e presentava l’iniziativa bresciana nella mia testa la vocina continuava a battere: faremenofeste, faremenofeste, faremenofeste.
Più sentivo la vocina più pensavo a cosa potesse significare.
E mentre Paolo Ivan Il'ič Vladimir Sergej Palmiro Corsini continuava nel suo discorso, nella mia testa veleggiava la stessa roba: faremenofeste, faremenofeste, faremenofeste.
E all’improvviso ecco l’illuminazione. “Fare Meno Feste” era una frase pronunciata nell'ultimo Consiglio Comunale in occasione del commento al bilancio 2005.
Fare meno feste? Ma quali feste? Ho fatto Feste? Le letture di Dante erano una festa? La Cavalleria Rusticana era una festa? Le proiezioni dei corti erano una festa? La Boheme era una festa? L’esposizione di grafica del gruppo De Portesio era una festa? Sto organizzando solo feste? Il Trovatore sarà una festa?
Con questo nuovo dubbio che mi attanagliava mi avvicino al Sindaco di Brescia e gli chiedo: Compagno Onorevole Paolo Ivan Il'ič Vladimir Sergej Palmiro Corsini ma la mostre di Monet e Van Gogh erano una festa?
.
P.S. Anche quest’anno la Franchini Acciai ha deciso di sponsorizzare la festa “il Trovatore”.
La cifra? Fatevela dire dai Festaioli, ma prima sedetevi!

23 giugno 2006

Il Ciampi pensiero: NO!

da repubblica.it
L'ex presidente : "La Carta è viva e attuale. E' la mia Bibbia civile
Opporsi al nuovo testo non significa essere conservatori"
Ciampi: "Una riforma fuori dalle regole ecco perché voterò contro"
di MASSIMO GIANNINI
ROMA - "L'ho già detto pubblicamente, e non ho mai avuto dubbi: andrò a votare al referendum, perché sono un cittadino italiano. E voterò "no", per difendere la nostra Costituzione, che è bella, è viva e più attuale che mai". Nel giorno della qualificazione della nazionale italiana ai mondiali di calcio, e a due giorni dal referendum sulla riforma del Polo, che riscrive ben 54 articoli della nostra Carta fondamentale, in casa Ciampi circola un'aria di sano "patriottismo costituzionale", secondo la felice definizione di Jurgen Habermas rilanciata ieri su questo giornale da Pietro Scoppola e sul "Corriere della Sera" da Claudio Magris. L'ex presidente della Repubblica non fa mistero della sua soddisfazione per la vittoria degli azzurri, ma non nasconde la sua preoccupazione per i ripetuti tentativi, sempre più frequenti in queste ultime ore, di politicizzare e insieme svalorizzare la Costituzione. Di piegarla a strumento di propaganda politica. Di farne un uso "congiunturale", di parte e di partito. "Lo sapete - ripete ancora una volta Carlo Azeglio Ciampi - nel corso del mio settennato la Costituzione è sempre stata la mia Bibbia civile. E continuerà ad esserlo". Per questo il predecessore di Giorgio Napolitano al Quirinale è più che mai convinto di dover votare no al "colpo di spugna" voluto dal centrodestra nella passata legislatura. Per questo l'attuale senatore a vita non raccoglie l'ultima provocazione lanciata da Silvio Berlusconi, che aveva definito "indegno" chi non voterà sì a quella sedicente "riforma".
"Per carità - si schernisce adesso Ciampi - a queste parole non voglio rispondere. Non voglio entrare in questa polemica, anche perché mi pare che chi l'ha sollevata sia già stato costretto ad autosmentirla". Ci tiene, il presidente emerito, a non farsi travolgere dal chiacchiericcio del teatrino politico. A mantenere un profilo alto, istituzionale. Ma non per questo intende rinunciare ad esprimere il suo giudizio sull'oggetto del referendum, che resta fortemente negativo. "E il mio è un no ragionato, non un no acritico", conferma Ciampi, che sulla questione sta studiando da tempo, e ha maturato una convinzione che gli deriva dai pareri e dagli scritti dei più importanti giuristi italiani. Secondo Ciampi, il "pacchetto" di modifiche costituzionali messo insieme dalla Casa delle Libertà - come ha detto l'ex presidente della Consulta Valerio Onida - rischia in effetti di "minare il funzionamento delle istituzioni". Lo confermano i più grandi costituzionalisti italiani, a partire da Gustavo Zagrebelski fino ad arrivare a Andrea Manzella. Lo ha ribadito, proprio in questi ultimi giorni, Francesco Paolo Casavola. "Andate a rileggere quello che ha scritto sul 'Mattino' di Napoli - commenta Ciampi - e capirete perché non si può non votare no a questo referendum". Di quell'articolo, uscito sul quotidiano partenopeo martedì scorso, l'ex Capo dello Stato condivide dalla prima all'ultima riga. A partire da una premessa fondamentale: la riforma del Polo, passata con la formula della revisione costituzionale prevista dall'articolo 138 della stessa Carta, è di fatto illegittima. Il testo approvato dalla Cdl, infatti, mira a cambiare la forma di Stato e di governo, ma così facendo viola l'articolo 139 della stessa Costituzione: "La forma repubblicana - c'è scritto - non può essere oggetto di revisione costituzionale". Questo "istituto", secondo l'articolo 138, era stato pensato dai costituenti per introdurre modifiche "puntuali e circoscritte" della nostra Costituzione. La riforma del Polo è invece una riscrittura radicale, confusa e contraddittoria, della Carta del '48. Qui sta il rimando fondamentale, e di metodo, che Ciampi fa allo scritto di Casavola: "Passare dallo Stato unitario allo Stato federale, dal governo parlamentare al premierato che non ha contrappesi né nel presidente della Repubblica né nel Parlamento, non si può con revisione della Costituzione, perché la Costituzione lo vieta". Meglio di così non si poteva dire. E a chi obietta perché Ciampi, quand'era sul Colle, abbia dato via libera e abbia promulgato questo inaccettabile stravolgimento della sua "Bibbia civile", l'ex Capo dello Stato risponde a tono: "Anche questa - dice - è una polemica strumentale. Quel testo, dopo la sua quarta approvazione parlamentare, non è mai passato al Quirinale. E' stato pubblicato direttamente sulla Gazzetta Ufficiale, perché gli italiani potessero poi richiedere il referendum confermativo. E dunque non è mai transitato né sulla mia scrivania, né su quella dei miei uffici giuridici". Se in via del tutto ipotetica questo fosse stato permesso dalle procedure costituzionali, l'ex presidente della Repubblica non avrebbe esitato ad opporre il suo "no" alla promulgazione dell'ennesimo strappo legislativo voluto dal centrodestra, dopo la Gasparri sulle tv, la Castelli sulla giustizia e la Cirielli sulla prescrizione. Perché a Ciampi, anche nel merito, questa riforma sembra inaccettabile. Il senatore a vita non vuole addentrarsi nei dettagli. Ma ancora una volta invita alla lettura dell'articolo di Casavola. La devolution non farà altro che privare il cittadino del principio di uguaglianza di fronte a beni essenziali come la salute, l'istruzione, la sicurezza, "disponibili solo da quell'unico sovrano che è la Nazione". Il premierato "forte" significa solo "l'uscita dal principio delle democrazie costituzionali", secondo cui "ogni potere è bilanciato da un altro potere". Ciampi l'ha detto più volte nel corso del suo settennato, ed oggi ne è ancora più convinto: "La nostra Costituzione è viva e attuale, perché in essa gli italiani si riconoscono ogni giorno". Questo non vuol dire che l'ex Capo dello Stato appartenga alla schiera dei cultori del "dogma dell'inviolabilità della Costituzione". Nel corso del suo settennato ha ripetuto più volte, e oggi ne è ancora più convinto, che si possa anche "pensare di ritoccarla, di fare delle correzioni, ma nel rispetto della sua essenza". E purché se ne rispetti il "valido telaio sul quale operare le modifiche necessarie in un mondo che cambia, senza disperderne i principi e i valori fondamentali". Insomma, Ciampi rifiuta lo schema demagogico e ideologico di chi, sul versante dell'attuale opposizione, oggi sostiene che votare sì al referendum significa essere "progressisti e moderni", mentre votare no equivale a qualificarsi come "vecchi e conservatori". "Le modifiche alla Costituzione - ragiona in queste ore l'ex Capo dello Stato - sono possibili nei limiti previsti dall'articolo 138 combinato con l'articolo 139". Modifiche di portata più ampia, come ha detto durante la sua permanenza sul Colle e come continua a dire anche oggi, "non possono essere affidate solamente ad una parte, sostenendo che vi è una maggioranza che ha i voti e le fa passare a tutti i costi, salvo poi fare ricorso al referendum finale del cittadino". E comunque qualunque modifica dovrebbe assicurare "la coerenza e la funzionalità del quadro costituzionale, nel suo insieme e in tutte le sue parti". E' esattamente questa, la coerenza che manca al disegno "pseudo - riformatore" della Cdl. Che invece, come afferma Casavola e come conviene Ciampi, mira solo a "scambiare per Costituzione un'autorizzazione a governare, per interessi congiunturali o particolari". Ecco perché, una volta di più, il senatore a vita, domenica prossima, scriverà sulla scheda il suo no. Un no che non vuole chiudere, ma semmai aprire una fase di confronto. Rimettere in moto un processo di revisione coerente con i valori irrinunciabili di uno Stato costituzionale. Ci ha lavorato per sette anni, purtroppo inutilmente. Far dialogare i due poli, per garantire una "difesa dinamica dei nostri valori costituzionali". Quel dialogo andrebbe ripreso. Il no al referendum lo consente, il sì rischia di precluderlo per sempre. Sarebbe il peggiore dei mali, secondo Ciampi, convinto insieme a Casavola che "la Costituzione non è di destra né di sinistra, ma è di tutti e per tutti". Si finisce da dove tutto era cominciato: "patriottismo costituzionale". Non c'è altra formula, per descrivere le parole e i pensieri di Ciampi alla vigilia del referendum. C'è giusto il tempo, prima del voto di domenica prossima, per brindare al raddoppio di Inzaghi contro la Repubblica Ceca. "Bella partita", commenta il senatore a vita. Allora, forza Italia. Ciampi sorride, ci pensa un attimo e poi aggiunge: "Sì, sì, forza Italia. Ma non equivochiamo: lo dico in senso calcistico". (23 giugno 2006)

22 giugno 2006

io voto NO!

la tavola della pace dice NO!

Chi sono questi commmunistispaccavetrinegiottini (questo perchè anche loro sono andati al G8 di Genova!) de la tavola della pace?
Il Comitato direttivo della Tavola della pace è composto da: Associazione per la Pace, Francescani del Sacro Convento di Assisi, Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la pace e i diritti umani, CGIL, CISL, ARCI, ACLI, Pax Christi, Emmaus Italia, AGESCI, CIPSI, Lega per i Diritti e la Liberazione dei Popoli, Centro per la pace Forlì/Cesena, Sdebitarsi, FIVOL-Fondazione Italiana Volontariato, ICS, Banca Etica, Legambiente, Peacelink, Manitese, Focsiv, Cnca, Movimento Federalista Europeo, Beati i Costruttori di pace.
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Cosa dicono questi commmunistispaccavetrinegiottini ?
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Comunicato Stampa
La Tavola della pace sul Referendum del 25 e 26 giugno
Noi voteremo NO Perugia, 22 giugno 2006
Alla vigilia del Referendum Costituzionale del 25 e 26 giugno, con il quale i cittadini italiani saranno chiamati a votare la modifica della parte II della Costituzione, Flavio Lotti e Grazia Bellini, coordinatori nazionali della Tavola della pace, hanno rilasciato la seguente dichiarazione. "Il referendum permette ai cittadini di annullare una riforma che intacca profondamente la Costituzione italiana.La vera questione in gioco non è tanto la cosiddetta devolution o il numero di deputati e senatori come demagogicamente viene detto. La vera questione è la concentrazione dei poteri nelle mani del Primo ministro. E´ una riforma in senso autoritario che in pratica toglie alla Camera dei deputati ogni potere decisionale autonomo.E´ una riforma che attacca l´unità nazionale e l´uguaglianza dei cittadini perché delega alle Regioni la competenza in ambiti fondamentali come la salute e l´istruzione. E´ una riforma costosa e dai tempi incerti che però chiede una conferma ai cittadini che renderebbe difficile ogni altra modifica in tempi brevi. E' una riforma che in realtà attacca la Costituzione e l´ordinamento democratico che il nostro paese si è dato, una riforma costruita per concentrare i poteri nelle mani del Primo ministro, esautorando Parlamento e Presidente della Repubblica con modalità del tutto estranee ai modelli delle democrazie europee. E´ una riforma che mira a trasformare radicalmente le radici del nostro Stato. Siamo convinti che una tale trasformazione non possa essere frutto della elaborazione di una sola parte politica, ma debba essere generata da un processo condiviso che coinvolga le forze politiche di maggioranza e di opposizione, le autonomie locali, la società civile e tutto il popolo italiano. Dire NO a questa riforma è una SCELTA DI DEMOCRAZIA. "