07 aprile 2006

No allo scrutinio elettronico!

dal blog di Antonio Di Pietro
Domenica scorsa ho indirizzato al ministro dell’Interno Pisanu alcune precise domande sulle possibilità di brogli in merito all’introduzione dello scrutinio elettronico. L’ho fatto comprando parte di una pagina su Repubblica.Non ho avuto (che vi aspettavate?) nessuna risposta.
Ma la Repubblica di giovedì 6 aprile ha sollevato nuovi dubbi con un articolo dal titolo: “Falle nel sistema di voto elettronico”. Articolo nel quale si legge:“Secondo un rapporto pervenuto nei giorni scorsi ai responsabili del ministero degli Interni, il sistema – appaltato dal Viminale a tre società private – è esposto ad attacchi, incursioni, blocchi. Inoltre il rapporto segnala l’individuazione all’interno del ministero degli Interni di postazioni in grado di entrare nel sistema senza motivo apparente”“Lunedì scorso una riunione dei responsabili dell’operazione ha comunque ritenuto che le falle non impediscano di proseguire...”
Anche l’International Herald Tribune di mercoledì 5 aprile si è occupato delle possibili conseguenze dell’adozione dello scrutinio elettronico in un lungo articolo del quale riporto alcuni passi.
“ Il decreto relativo al nuovo metodo di scrutinio (elettronico) dei voti, approvato dal governo Berlusconi in gennaio, indica che in caso di contestazione dei voti scrutinati elettronicamente, questi non saranno considerati validi e saranno utilizzati i voti scrutinati manualmente.Ma i critici affermano che un tale sviluppo potrebbe portare a una crisi simile a quella avvenuta in Florida nelle elezioni presidenziali americane del 2000.I critici sottolineano inoltre che il figlio di un ministro (Pisanu) è partner in una delle società che gestiranno il processo dello scrutinio elettronico (Accenture)....Il contratto principale è stato assegnato, senza un bando pubblico, a Telecom Italia...Telecom Italia ha rifiutato di commentare sulla sua scelta di utilizzare Accenture...”
Non credo che Pisanu risponderà alle mie domande di domenica scorsa o a alle perplessità sollevate da Repubblica e dall’International Herald Tribune.Ma se qualcosa dovesse succedere la risposta la dovrà fornire agli italiani subito dopo le elezioni.

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